Bahrain: 5000 persone manifestano contro la F1 e rivendicano tutela diritti

Da ieri notte si protesta in Bahrain contro la gara di Formula 1 che si terrà domani. Già l’anno scorso la corsa non si è tenuta perché i manifestanti hanno protestato contro il regime che non tutela i diritti umani dei cittadini del paese. Il Wefaq, il principale gruppo d’opposizione, porta avanti questa battaglia perché è necessario che in Bahrain si tutelino innanzitutto i principali diritti umani della popolazione e poi si potrà pensare ad accogliere eventi del genere. Secondo i manifestanti, le manifestazioni sportive sono strettamente legate alla politica.

Intanto, la notte scorsa uno dei manifestanti è stato ucciso durante gli scontri tra sciiti e polizia. A dichiararlo sono le fonti di opposizione. Secondo le dichiarazioni, i gruppi anti-regime sono stati “repressi selvaggiamente” dalle forze di sicurezza ed il corpo dell’uomo ucciso è stato trovato sul tetto di un edificio accanto al villaggio di Shukhura.

Anche questa mattina si sono tenuti svariati scontri, soprattutto nei villaggi sciiti vicino a Sakhir, il circuito in cui oggi si svolgono le qualificazioni per la F1.
Inoltre, decine di persone hanno manifestato nei villaggi di Karzakan, Al-Malikayah, Dumistan e Sada, molti con il viso coperto, altri con cartelli al petto con la scritta; “Io sono il prossimo martire” e scandendo slogan contro la monarchia sunnita e il re Hamad ben Issa al-Khalifa. Ci sono stati anche riferimenti  ai Giovani del 14 Febbraio, il movimento d’opposizione che in coincidenza del Gp ha indetto “tre giorni di collera”, chiedendo, fra l’altro, una riforma costituzionale. 

Nonostante le protese, la monarchia ha escluso categoricamente di annullare la corsa di domani, mentre nelle strade di Manama e’ in corso una manifestazione a cui partecipano circa 5.000 persone.