Crescere in un paese senza età

 

Diventare adulti e autonomi. Con il prolungarsi del tempo dei percorsi di formazione lavoro e studio si allacciano sensibilmente e diventano liane di un percorso che nessuno ha previsto. Se ci fosse un decalogo di istruzioni per arricchire la propria esperienza molti giovani chiederebbero di conoscere quello della strada maestra che porti all’unione di speranze e possibilità effettive.

Iniziare subito e farlo senza allontanarsi dalle materie studiate in aula. L’avanzamento dell’età pensionabile ha dato un volto nuovo all’Italia che lavora. Maggiore esperienza sul campo riporta la tradizione in primo piano e intanto pone in un limbo l’attività dei giovani che si affacciano al mondo del lavoro. Dai tirocini brevi agli stage di durata trimestrale e semestrale che oggi attirano i neolaureati nelle braccia delle aziende, l’esperienza che si offre è quella di un tragitto appena accennato da unire a tante altre gocce di diversa fattezza. L’idea di un posto fisso è ormai quasi inesistente tra i pensieri dei giovani che decidono di completare il percorso universitario con le esperienze lavorative offerte che siano in linea con il percorso di studi. Sono pochi coloro che lo cercano, molti non sanno cosa significa, visto che circa ogni sei mesi a poter essere rinnovato è un posto precario: chi è assunto spesso continua a cercare lavoro per non cadere nel baratro della disoccupazione, deleteria quanto l’inoccupazione post-laurea. L’età junior si allunga, permettendo una scalata meno ripida prima del raggiungimento di un posto spesso precario, dal part-time al lavoro a progetto, per arrivare al lavoro a tempo determinato. La possibilità di integrare i percorsi di studio con gli stage in azienda sembra essere la soluzione migliore per non allontanare le proprie inclinazioni dall’effettiva necessità del mercato.

Il sogno di molti è quello di una cultura che sia la culla dell’economia e non di un contrasto tra le due variabili che caratterizzano la crescita dei cittadini, prima studenti e, di conseguenza, artefici del futuro della propria terra. Cogliere le occasioni per avvicinare i propri desideri alla domanda effettiva permette di ricondurre alla realtà i desideri di giovani che guardano oltre, nel loro futuro. Al di là degli stereotipi i ragazzi cercano di non essere soggiogati dalle false credenze. La situazione odierna della disoccupazione giovanile secondo i dati dell’Istat è preoccupante: circa il trenta per cento della popolazione è inoccupata e il calo è registrato sia per la popolazione femminile che per quella maschile. Le agevolazioni per le imprese, in particolare al femminile, dal sud fino al nord d’Italia, hanno rimesso in gioco la determinazione di alcune regioni nel voler riscattare il disagio che ha caratterizzato il paese, al pari di molti altri dell’occidente. L’importanza dell’esperienza permette di valorizzare ciascuno step del percorso formativo, dal diploma alla laurea, senza dimentica i master di certificazione come via d’accesso diretta alle opportunità. In Italia lavora circa il sessantasette percento dei laureati tra i venticinque e i trentaquattro anni, molto al di sotto della media europea che sfiora l’ottantaquattro percento sul totale della popolazione.

A permettere di costruire un percorso che oltre al lavoro di per sé dia anche gli strumenti per comprendere la realtà sociale è un avanzamento del tempo di assunzione definitiva, a vantaggio di una specializzazione maggiore, dai corsi di laurea, con i diversi rami sempre più specifici, fino alle esperienze di collaborazione sempre meno generiche. Decidere e fare del proprio lavoro anche un modo per rispecchiare la propria personalità è l’utopia realizzabile in tempi e modi ancora da scoprire, entrando nei meccanismi aziendali senza dimenticare la personalità di ciascun giovane che si avvicina alla realtà, crescendo senza timori e con la certezza di realizzare il diritto di esprimersi.

Silvia Redente