L’Aquila: il centro storico sta morendo, commercianti in fallimento

Dal 6 aprile 2009 il centro storico dell’Aquila sta vivendo una lenta agonia che lo sta trascinando pian piano alla morte. Dal tragico giorno del sisma, i commercianti della zona non riescono quasi più a mandare avanti le proprie attività poiché l’area è ormai completamente disabitata. Sfortunatamente, a volte sono anche costretti a chiudere.
Locali storici, aperti da decenni, vedono sempre più minacciate le possibilità di sopravvivere.

Un esempio è il bar Gran Sasso, aperto lungo la via del corso più di 5 decenni fa. Mario Maccarone, il proprietario, è molto rammaricato: “Siamo costretti a vendere perchè qui in centro non c’e’ piu’ vita.Ancora è tutto come tre anni fa. I palazzi sono tutti vuoti, inagibili, puntellati e basta. C’è qualche turista delle macerie che può passare e prendersi un caffè o qualche aquilano che si fa un giro in centro per nostalgia. Ma gli incassi non bastano. Non abbiamo più i clienti di prima’’. Gli introiti raggiungono al massimo la cifra di 50-100€, ma non sono sufficienti ad affrontare i costi di gestione.

Anche il proprietario di un negozio di pasta sito in Via Garibaldi lamenta la difficoltà di gestione del locale e, afferma, se sono ancora aperti è solo perché “le mura del locale sono le nostre”.

Gli unici locali che fanno affari e riescono ad andare avanti sono quelli notturni. I giovani la sera si riuniscono e trascorrono insieme le nottate, soprattutto nel caso dei giovedì universitari, animando per poche ore il centro della città.
Purtroppo, gli aspetti negativi della vicenda sono dovuti al fatto che i ragazzi, a volte sotto l’effetto di qualche bicchiere di troppo, si intrufolano nelle zone interdette al passaggio perché pericolanti o lasciano per strada bottiglie di vetro. Il sindaco Cialente ha più volte dichiarato che ci sono in programma progetti per stimolare i giovani, come impianti sportivi e centri di ritrovo.