Sacconi: c’è il timore per un ritorno del terrorismo intorno alle tematiche sul lavoro

 

Il governo comincia a parlare di timore per un ritorno del terrorismo, a causa delle forti polemiche che girano intorno alle normative sul lavoro e sui “licenziamenti facili”. Infatti, il Ministro del Lavoro Sacconi, dopo aver sottolineato che questo termine è “assolutamente falso”, ha rilasciato una serie di dichiarazioni che lasciano chiaramente intendere la sua paura non per se stesso, perché è protetto, ma “per persone che potrebbero non essere protette e proprio per questo diventare bersaglio della violenza politica che, nel nostro paese non si è del tutto estinta.Oggi vedo una sequenza dalla violenza verbale, alla violenza spontanea, alla violenza organizzata che mi auguro non arrivi ancora una volta anche all’omicidio come è accaduto, l’ultima volta 10 anni fa proprio con il povero Marco Biagi nel contesto di una discussione per molti aspetti simile a quella di oggi. Perché già allora parlavamo non di licenziamenti facili, termine che è assolutamente falso ma, piuttosto, di come incoraggiare le imprese a intraprendere, ad assumere, ad ampliarsi, a crescere anche attraverso l’idea che se poi le cose non andassero bene, se poi le cose si rivelassero difficili, le imprese, come hanno fatto il passo in avanti dovrebbero fare magari anche un mezzo passo indietro”. 

Il segretario del Pd, Bersani, ha invitato il governo a “spegnere la miccia che ha acceso e mettersi a ragionare seriamente” e ha detto no “a diversivi e alzate di ingegno che aggravano la situazione invece di risolverla”.
Il presidente della Camera Gianfranco Fini, invece, teme che favorendo la possibilità di licenziare aumenterà la disoccupazione e spera “che il governo non sia così irresponsabile da non confrontarsi con le parti sociali e le categorie economiche per tutelare non solo le imprese ma anche per farle crescere e prosperare”. Anche perché l’Italia “non è il paese dei balocchi” e il mito del paese che è riuscito a reggere la crisi non è vero. “La crisi si è fronteggiata e si fronteggia tenendo i conti pubblici sottocontrollo, cosa indispensabile, ma sarebbe stato meglio non aver negato per troppo tempo la necessità di farlo”.