Manovra: oggi la fiducia. Monti: se non si farà, “vita con sacrifici ancora più duri”

 

È il giorno della fiducia da accordare alla manovra del governo Monti e le mille difficoltà vengono facilmente a galla. Se da una parte il gruppo Pdl-Pd-Terzo Polo appoggia l’esecutivo e le sue riforme, dall’altra lo fa con una certa riluttanza per i tanti passi indietro fatti in questi giorni. Inoltre, c’è grosso disappunto per la marcia indietro sulle liberalizzazioni.
I partiti dell’opposizione, invece, si fanno sentire con durezza. La Lega, soprattutto, ha rinnovato il suo spirito battagliero in aula e rinnova il suo no all’esecutivo. Nelle fila dell’Idv, come dichiarato dal leader Di Pietro, non ci sarà il voto di fiducia, a seguito di “una decisione sofferta, ma obbligata”.

Intanto, è lo stesso Monti che ribadisce per l’ennesima volta che la manovra sarà dura e colma di sacrifici per gli italiani, ma non portarla avanti significherebbe non “una vita senza sacrifici, ma una vita con sacrifici ancora più gravi”.

Anche il Capo dello Stato Napolitano, secondo alcune voci che girano nella maggioranza parlamentare, ha avuto un timido incontro con il premier per ottenere una serie di chiarimenti, anche perché i partiti che lo sostengono si sono irrigiditi dopo le critiche degli ultimi tempi. Silvio Berlusconi ha dichiarato che  “Monti è disperato, ha fatto marcia indietro su tutto, non arriverà al 2013”. Ma il suo partito voterà la fiducia perché è “il male minore”.

Il Pd, nonostante tutto, continuerà sulla sua strada. E, come detto da Bersani, “non molleremo mai” Inoltre, “quello che il Pd non ha ottenuto fin qui, lo otterrà in futuro. L’importante è che stiamo tutti assieme”. Da parte Udc tace e si limita a criticare l’atteggiamento della Lega e, insieme a Fli e a all’Api deposita un ordine del giorno per chiedere al governo una legge vera sulla concorrenza entro un mese. Fli, invece, vuole che le liberalizzazioni siano fatte entro un mese.

La giornata di ieri in Senato si è conclusa malamente dopo i disordini messi in scena dalla Lega. Disordini che hanno obbligato il Presidente ad espellere due deputati leghisti e Monti a dichiarare che “ci sono cose che non devono farmi alcun effetto”, dopo che uno dei deputati del Carroccio lo ha chiamato “cialtrone”.