Vigliena: schiuma untuosa scaricata in mare

Proviamo a far chiarezza.

Da testimoni oculari riteniamo opportuno fornire qualche precisazione in merito agli articoli
relativi alla presenza di considerevoli quantità di materiale “schiumoso” nel canale a ridosso
della centrale a turbogas di Vigliena, pubblicati dal vostro giornale (corriere del mezzogiorno ndr), rispettivamente, il 23 e 24 agosto u.s.

Il primo articolo recava il titolo: “Misteriosa schiuma bianca”. Avendola vista e toccata
possiamo asserire che il colore, in realtà, è un inquietante giallognolo, la consistenza densa ed
untuosa. Inoltre, l’occhiello recita: “Scarichi in mare ma non si sa da dove vengono”. Va
chiarito che nel punto dal quale usciva la schiuma sono presenti le opere di scarico del sistema
di raffreddamento della centrale termoelettrica e lo “scolmatore di piena” del collettore
Vigliena, sistema che si attiva in caso di piene (presumibilmente poco probabili in questo
periodo, tantomeno per 10 giorni di fila). Viene da chiedersi se controllare l’eventuale
attivazione, per una decina di giorni, dello scolmatore possa essere un’impresa improba.
Essendo le opere di scarico della centrale poste in fondo alla darsena, entrando sulla destra,
esattamente dove affiorava la notturna processione della sinistra “schiuma”, i dubbi sulla sua
provenienza svaniscono e lasciano spazio all’ipotesi che fuoriesca, verosimilmente, dalla
centrale stessa.

La precisazione appena fornita risponde, in gran parte, anche al secondo articolo, quello del
24 agosto, in cui l’arch. Pulli – coordinatore del dipartimento Ambiente del Comune di Napoli –
convince poco chi ha assistito per giorni al raccapricciante spettacolo. Attribuire all’alveo
Pollena, collocato più a sud rispetto al già citato canale, la genesi del fenomeno in esame vuol
dire non avere contezza di quanto stia accadendo. Se gli “iceberg di schifezza” si muovessero
da sud a nord potrebbe esserci qualche spazio per la tesi del dirigente comunale, ma da un
fugace sopralluogo risulterebbe chiaro anche a lui che il misterioso flusso si muove in
direzione opposta: parte dalla base della centrale, percorre il canale in direzione sud, giunge
in mare aperto dove si disperde. Tra l’altro, è la stessa pressione delle acque che fuoriescono
dal canale ad impedire che al suo interno si introducano elementi alieni. Pertanto, almeno in
questo specifico caso, l’alveo Pollena può essere scagionato, nonostante sia colpevole di
innumerevoli fenomeni simili a quello oggetto degli articoli. Per chi conosce l’area basterebbe
anche la sola visione del video pubblicato sul vostro sito per comprendere che le
responsabilità vanno cercate altrove.

Napoli est è già un concentrato di veleni e degrado. È inaccettabile continuare ad avvelenare il
mare e la vita della gente, impunemente. Altrettanto inaccettabile è l’assenza di un costante
monitoraggio ad impianti capaci di irreparabili danni ambientali.
Non è superfluo ricordare che per la bonifica della linea di costa di San Giovanni a Teduccio
sono stati già spesi ingenti capitali pubblici. Altrettanto ingenti quelli ancora da spendere.

Gravi episodi come quello descritto, visibile a partire dall’imbrunire da decine di giorni,
vanificano tale impegno e dissipano il denaro dei Cittadini.

Il raccapricciante spettacolo di questi giorni disegna uno scenario ben lontano sia dalle
rassicuranti brochure pubblicitarie diffuse dai costruttori (Tirreno Power S.p.A.), che
prospettavano un impianto ad impatto ambientale pari allo “zero”, sia dagli atti pubblici in cui,
nero su bianco, si impegnavano ad instaurare un rapporto con la cittadinanza basato sulla più
totale trasparenza.

Alla luce di tale scenario chiediamo che sia fornita, senza indugio, un’informazione chiara sulla
natura della sostanza galleggiante, sull’entità del danno arrecato all’ambiente, sui rischi per la
salute pubblica. Esigiamo, altresì, che le istituzioni preposte, magistratura in primis, compiano
puntualmente il loro dovere individuando e punendo i responsabili di tali scempi, piuttosto
che dedicarsi alla repressione dei Cittadini “rei” di aver lottato per rivendicare un ambiente
sano e vivibile.

Il rischio da scongiurare è che si riproponga un copione già letto: ancora nulla è dato sapere
su cosa avvenne nel 2006, all’atto dell’apertura del cantiere della centrale, quando si
sprigionarono esalazioni che provocarono danni alla salute della popolazione residente
(quelli visibili), nel raggio di qualche centinaio di metri.

Napoli, 25 agosto
Comitato Civico di San Giovanni a Teduccio
Coord. “No Inceneritori” – Ponticelli
Rete Napoli Orientale
Celeste Bucci – Napoli