No Tav: incursione pacifica a ‘La Repubblica’ e marcia di 15 sindaci anti-proteste

Questa mattina un gruppo di attivisti del movimento No Tav ha fatto un’incursione pacifica nella sede del quotidiano La Repubblica, tanto che lo stesso vicedirettore Dario Cresta-Dina ha commentato con tranquillità l’evento: “È stato un blitz molto pacifico, chiedevano solo di parlare e di essere ascoltati. Una cinquantina, tutti giovanissimi, interessati soprattutto a parlare con Repubblica.it per fare sentire la loro voce attraverso la rete. Sono venuti a spiegare la loro posizione, sostenendo che non è sufficientemente presente nell’informazione di tutta la stampa, di tutti i grandi giornali sulle vicende della Val di Susa. Hanno portato un comunicato in cui sintetizzano i costi del progetto e chiesto di parlare con la direzione”.

Intanto, la nottata è trascorsa senza incidenti nelle zone della Val di Susa e gli attivisti si sono dati appuntamento per le 16 di oggi per indire una nuova riunione. Hanno rivolto un nuovo appello al premier Monti invitandolo ad “evitare prove di forza”.
Ma è proprio Monti a confermare l’intenzione di continuare con i lavori e di non fare marcia indietro. Il leader del movimento Alberto Perino ha annunciato: “Se volete andare avanti fateci arrestare tutti perché noi non molleremo mai”, mentre si continuano a bloccare le autostrade e a protestare. Questa settimana ha visto la carenza di rifornimenti di farina e benzina e le varie barricate bloccano le attività economiche.

 

Una quindicina di sindaci della Valle hanno reagito annunciando una marcia contro le violenze dei No Tav, secondo le loro parole.” Non possiamo più accettare in silenzio, stanno distruggendo l’economia e il turismo della Valle”, lamentano i sindaci “ribelli” che martedì incontreranno il governatore Roberto Cota. E continuano a ripetere: “Non siamo i sindaci “Sì Tav”. Di certo non possiamo accettare che i cantieri siano aperti solo sulla carta, dove sono gli operai che dovrebbero lavorare? Noi siamo contro le proteste violente del movimento No Tav”. Dicono che è mancata la politica dei partiti, che “ci sono amministrazioni di identico colore schierate su fronti diversi” e chiedono un segnale forte da Roma.