Standard&Poor declassa l’Italia in serie B

Ieri sera arriva la conferma, da parte del governo italiano, del declassamento dell’Italia operato dall’agenzia di rating Standard&Poor. L’Italia è stata retrocessa di ben due gradini e scende in serie B.

La mazzata arriva all’indomani dell’incontro tra Monti e la cancelliera Merkel, dopo il riferimento alle Camere dei progressi positivi avutisi in Europa sul patto di bilancio e dopo il segnale positivo dei mercati con il dimezzamento dei tassi all’asta dei Bot di giovedì e il calo dello spread.

La decisione ha sorpreso in quanto è intervenuta in un momento in cui sembrava che la tensione sui mercati si stesse allentando, proprio quando stavano arrivando i veri primi timidi segnali di fiducia, ricomparsi in settimana sui mercati continentali anche grazie all’accelerazione sulle riforme impressa in Italia dal governo Monti.

La valutazione di Standard&Poor, però, non riguarda solo l’Italia ma, come una valanga, si abbatte su nove paesi dell’eurozona: Francia e Austria perdono la tripla A, la Spagna passa da AA- a A, l’Italia è stata retrocessa nella fascia medio bassa in BBB+, uno scalino più indietro il Portogallo, mentre sono state declassate di un livello anche Malta, Slovacchia e Slovenia.
S&P non tocca il proprio giudizio su Germania, Belgio, Paesi Bassi, Estonia, Lussemburgo e Irlanda.

Il commissario europeo, Olli Rhen, ha definito quella di S&P una “decisione aberrante”.

Il ministro delle Finanze tedesco, Wolfgang Schauble, nel tentativo di attutire il duro colpo al debole euro: «Nei mesi recenti – dice alla tv Rtl – abbiamo sempre più trovato una sintonia a livello mondiale sul fatto che non vanno sopravvalutati i giudizi delle agenzie di rating».

Sarkozy, a 100 giorni dalle prossime presidenziali, fa sapere che non ci sarà un terzo piano di rigore a causa del declassamento perché “non sono le agenzie di rating a dettare la politica della Francia”. L’economista francese consigliere del presidente Sarkozy: “Quelli di Standard&Poor sono gravi comportamenti perversi. Ci sembra assai probabile che, a parte ciò che riguarda i singoli Stati, gli interventi perversi hanno l’obiettivo di tenere basso l’euro”. Intanto tutti i suoi concorrenti lo mettono sotto accusa: sua la colpa del “degrado morale, finanziario e sociale della Francia”.

 Il governo Monti ha parlato di unattacco all’Europa che richiede una risposta collettiva.“

Fabrizio Cicchitto: “La credibilità delle società di rating è molto relativa per non dir di peggio”.

Dal Pd, Francesco Boccia, coordinatore delle commissioni economiche, parla di “una vera e propria scorribanda sui mercati europei» da parte di S&P e attacca: «Non credo che l’Europa debba sopportare ancora queste intrusioni: è il tempo di una agenzia di valutazione europea. Il Pd lo chiede da tempo, spero che il governo Monti si attivi a Bruxelles per dare corpo ad una proposta largamente condivisa”.
Pier Luigi Bersani, fa sapere che ciò che è successo, in realtà, è soprattutto una “sconfessione della linea rigorista tedesca” seguita sin qui dalla Merkel e imposta all’intera Ue.