Lettera al primo amore

Mio caro,

benchè io non sappia nè chi tu sia oggi,nè come tu riempia  il  tempo che inesorabilmente trascorre,è inevitabile che io mi rivolga a te definendoti “mio caro”.

Tu evochi in me cari ricordi e caro mi resterà per sempre quel ragazzino che tanto tempo fa si rivolgeva a me chiamandomi amore.

Ricordi,le corse sulla sabbia bagnata,incontro al sole ed alla vita? il nostro era un amore giovane,come giovani erano i nostri cuori.

Eravamo protagonisti di una favola,reale come l’alba arricchita dai mille colori pastello che guardavamo insieme ogni mattina.

Quante speranze,quanti desideri,quanta fiducia avevamo in noi stessi!

Era così facile dirsi”ti amo”,lasciandosi scivolare mollemente in un sentimento che ci faceva scoppiare il cuore e ci avvolgeva nell’immenso abbraccio dei nostri sedici anni. Ci facevamo cullare dalla nenia dolce della nostra presuntuosa sicurezza:amarsi per sempre…!?la certezza di chi non sa vedere oltre i propri occhi e il suo sentire.

Avevamo il mondo nelle nostre mani.Potevamo cambiarlo se non ci aggradava o modellarlo se era solo un pò fuori misura. Il nostro potenziale era infinito e ci sentivamo forti anche grazie alla forza del nostro amore che ci sembrava indistruttibile,insindacabile,invalicabile.

L’amore. Com’era tenero guardarsi negli occhi e non parlare considerando le parole inutili a volte ,persino superflue..e quale magico caso ci faceva ritrovare fuori ai nostri balconi comunicanti ,all’alba..credendo di ritrovare in quel gesto la conferma alla nostra intesa e riscoprendola più salda che mai.

Com’era facile crederci!

Lo ricordi il primo bacio?le prime carezze?rivivi ancora la dolcezza e tutta quanta la tenerezza?

Trascorrevamo il tempo rubato a raccontarci sogni,aspirazioni,attese…inventandoci un futuro senza barriere,libero da divieti e arricchito solo dalla volontà di cambiare tutto il cambiabile…

Il nostro amore bambino si lasciava suggestionare dalle storie di altri e come loro,attraverso i film che vedevamo o i libri che leggevamo,ci sentivamo pervadere dalla stessa passione,dallo stesso ardore,dall’identico tremore.

Decidemmo di unire le nostre anime con un pegno d’amore:lo scambio di anelli doveva avere un valore ben più profondo di quello fatuo e ipocrita del sacramento del matrimonio(così a noi sembrava…).

Utilizzammo le stesse parole degli amanti di “Love story”,ricordi? Chiedemmo alle papere e alle galline,nella campagna dove ci rintanammo per celebrare il nostro rito,di farci da testimoni e avrebbero dovuto farci compagnia anche durante la “consumazione”. Purtroppo la paura prese il sopravvento e sul più bello scappai come inseguita da mille cani urlanti,lasciandoti con un palmo di naso!

Il tempo cambiava ritmo per noi…trasformando i giorni in ore e le ore in minuti.Ricordi quando con una scusa andammo al bosco di Capodimonte? Seduti sul prato,respiravamo la vita e la gioia di esserci a questo mondo e tra un bacio e l’altro,tra una carezza e l’altra si fece tardi! Dovevamo affrettarci! Camminammo verso l’uscita con gli occhi negli occhi e la mano nella mano.

Il viale che stavamo percorrendo si interrompeva ai lati con piantine che lo separavano dai prati,il sole riscaldava la nostra pelle e faceva luccicare le foglie più alte,che si susseguivano lungo il nostro percorso.

Non sentivamo più rumori intorno a noi. Camminavamo velocemente senza staccare le nostre labbra,ma nell’avanzare non ci accorgemmo di andare in senso obbliquo verso un lato della stradina e inciampammo nelle piantine!

Quante risate!quanta allegria eravamo in grado di comunicare al mondo intero!

Se la gioia e l’amore si fossero potuti distribuire in bottigliette avremmo avuto la possibilità reale di eliminare odio,cattiveria,guerra! Era il nostro più grande desiderio! e quando con il pretesto della spesa restavamo fuori casa per ore?ricordi quando me ne dimenticai?Decidemmo di fare due passi prima,lungo il viale vicino casa. Era alberato,allora.Sedemmo su una panchina e tra un divagare e l’altro ci abbracciavamo.

Le tue mani affondavano nei mie capelli,lunghissimi a quel tempo,e le nostre labbra si cercavano avidamente.

“Svergognati”ci gridò quella donna dalla finestra “andate altrove a fare le vostre porcherie!”.

Avrei voluto sprofondare dalla vergogna ma l’urlo della donna ebbe anche il potere di farci realizzare che tanto per cambiare,era tardi.

“La spesa”gridai.Guardammo l’orologio e ormai era tardi.

 “Oh!Dio,come farò?che dirò a mia madre?” imprecai.

Tu mi tranquillizzasti con le tue carezze e tutte le sgridate del mondo non avrebbero potuto farmi più paura. Poi il tempo passò e trasformò l’infinito rendendolo finito e il nostro “per sempre” in ora,magari domani.  

Cambiano le cose,le persone,siamo cambiati anche noi ma i ricordi,cari ricordi sono rimasti nei nostri cuori.

E’ tutto quello che resta,non dobbiamo sciuparli.

Non ha molta importanza se oggi sei diverso…lo sarai senz’altro come lo sono io:quello che conta è che tu ci sia stato,che tu abbia riempito un tempo che senza te sarebbe rimasto vuoto,uno spazio che non avrebbe più potuto trovare un motivo per rimanere nei meandri della mia mente,in quelle caselle che rappresentano i ricordi. Cari ricordi.

Ciao…piccolo grande Amore.