Appunti sulla letteratura del Calabrese

Poesia e vita

La ricerca di una corrispondenza tra arte e vita che si manifesta come sentimento che retroagisce dalla società al poeta in una circolarità sistematica all’occhio del letterato dell’ottocento, è evidentemente la base e l’amido che unisce coloro che intervengono nel periodico.

Tutti gli articoli sulla letteratura e sulla poesia, infatti, appaiono come trame dello stesso tessuto, rette dal filo che è anche il fine realizzato e discreto di ciascun intervento, ossia quello di portare avanti gli ideali di una realtà non chiusa in se stessa, ma pronta ad abbracciare gli orizzonti più ampi della letteratura del tempo. Si tratta di un’emergenza sociale non più ripetuta nella sua chiarezza e unitarietà. Nel Calabrese Rigenerato, infatti, si avrà l’abbandono quasi completo degli aspetti letterari per dare spazio ad una necessità più appetibile alla massa e più legata ad un’urgenza informativa rispetto agli eventi che avranno luogo nel quarantotto. Sono ancora la letteratura e la poesia che ne preannunciano la comparsa. Si vede, nel quinto anno di attività del periodico cosentino, in un contesto mutato e dalle dinamiche mutevoli, una complessità non riducibile, così come si presenta all’occhio dell’intellettuale.

In conclusione possiamo individuare tre grandi macroaree di intervento. In particolare, là dove ci sono riflessioni sull’arte e la letteratura emerge uno specchio della realtà italiana, mentre una forte caratterizzazione locale è data nei sonetti e negli intermezzi dialettali. Si trova, infine, a tratti, ma non più paradossalmente rispetto a ciò che abbiamo visto, l’intellettuale che rende omaggio al luogo in cui vive.

Se una letteratura è possibile là dove non è più possibile la realizzazione di un’attività che sia conforme ad un ideale che tuttavia si nutre delle immagini reali di un’epoca d’oro, l’antichità, in cui si è manifestata l’unione del letterato e del poeta all’interno dello spettacolo sociale, questa è una letteratura che rispecchia la realtà, e dunque incerta e non più armoniosa. L’epica fanciullesca della prima età si è trasformata, inevitabilmente, rincorrendo i movimenti drammatici nel quadro della vita sociale.