Solo il 13% delle ricerche nel Web sono sul porno.

Secondo una ricerca condotta da Forbes, sono in molti a pensare che la pornografia e l’eros presenti in Rete siano gli argomenti più ricercati e più cliccati, mentre invece rappresentano solo il 13% delle ricerche effettuate e solo il 4% del mercato web totale.

Quindi la credenza che un terzo di tutto il traffico internet fosse occupato dalla pornografia è solo una leggenda metropolitana. Ad alimentare queste credenze contribuivano anche le aziende che gestiscono tali siti al fine di aumentare la loro visibiltà e notorietà al pubblico, come per esempio l’episodio del 2003 della N2h2 che annunciò la chiusura di ben 260 milioni di pagine porno (numero altamente inverosimile). I miti legati al pornoweb sono probabilmente legati anche al fatto che inizialmente la Rete era usato quasi esclusivamente da pochi esperti per lo più di sesso maschile.

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Ogi Ogas e Sai Gaddam, neuroscienziati e autori del libro Billion wicked thoughts (Un miliardo di cattivi pensieri) mostrano appunto che sul campione fatto sul milione di siti più visitati del web, quelli pornografici sono una esigua parte, circa 42mila. In effetti lo studio sarebbe stato più completo se i due, come era loro intenzione, fossero riusciti anche a mappare i download effettuati tramite Torrent e peer-to-peer. Però la Nielsen, società di ricerca e analisi, non ha accettato l’incarico quasi impossibile da portar a termine.

Comunque sia, oggi che la Rete è fruibile praticamente da tutti, termini come ‘sex‘ e ‘porn’ sono stati ampiamente sostituiti da altri come ‘Facebook’ e altri servizi che non c’entrano nulla con la pornografia.