Elezioni russe, Putin salirà al Cremlino per la terza volta. Denunciati brogli

MOSCA – Vladimir Putin, con il 63,75% dei voti (45,1 milioni in totale), è stato eletto per la terza volta al Cremlino. Ha battuto ancora il suo rivale di sempre, il leader comunista Ghennadij Zjuganov, mentre si classifica terzo con il 7,8% Mikhail Prokhorov, terzo uomo più ricco di Russia.

Putin, dal palco allestito al Maneggio sotto il Cremlino, in lacrime e di fronte una folla di circa centomila persone ha esultato dicendo “Abbiamo vinto in una lotta aperta e onesta”. “La nostra gente – ha proseguito – è in grado di distinguere il desiderio di rinnovamento dai tentativi di organizzare le provocazioni politiche per distruggere l’ordinamento statale e usurpare il potere”. Secondo i più, queste parole sono la conferma di una chiusura al dialogo tra Putin e i suoi oppositori.

Putin, prima di candidarsi come presidente russo, era capo dei servizi segreti, e di fatto, è al potere dal 2000, quando fu eletto per la prima volta al Cremlino con il 53% dei voti. Quattro anni dopo fu rieletto con il 71%. Dopo di che, impossibilitato costituzionalmente per una terza rielezione consecutiva, ha dovuto lasciare il timone per un turno, al suo delfino Dimitri Medvedev. Ora, a 59 anni, torna ad essere nuovamente premier per altri sei anni, con la possibilità di un ulteriore bis.

Probabilmente Prokhorov, questa sera tornerà in piazza Pushkin per spalleggiare il fronte della protesta che contesta il voto, ritenuto inquinato dalle migliaia di violazioni registrate domenica. Secondo il conteggio parallelo degli osservatori di Golos, tuttavia, Putin avrebbe comunque vinto anche senza brogli,  seppure con un minore 50,28 per cento.

Contro le proteste, non sono bastate, le videocamere volute da Putin nei seggi per allontanare l’ombra di nuove irregolarità. “Non posso riconoscere queste elezioni come oneste, libere e dignitose” , così il leader comunista Ghennadi Ziuganov.

Netto e pesante il giudizio degli osservatori del Consiglio d’Europa e dell’Osce (Organization for Security and Co-operation in Europe), che hanno bollato queste elezioni come “chiaramente deviate” a favore di Putin, ricordando che fin dall’inizio gli altri candidati “non hanno potuto competere su un terreno di parità”. L’Osce ha già denunciato irregolarità procedurali , aggiungendo che “la ragione d’essere di un’elezione è che il risultato dovrebbe essere incerto, ma questo non è avvenuto in Russia”.

E su YouTube finisce un filmato che ritrae brogli in Daghestan.