L’altra faccia della svolta: “Bombardiamo anche noi” (ma solo un po’)

Libia: “Abbiamo sentito di non poterci sottrarre” perché “c’era bisogno” – così il premier Silvio Berlusconi alla conferenza stampa seguita al vertice italo-francese.

Il premier tenta di rettificare quel “Bombardiamo anche noi” detto nella giornata del 25 a telefono con Obama, ora l’impegno dell’Italia in Libia non significa “bombardamenti” ma “interventi mirati su singoli obiettivi, non su centri civili”.
Queste le parole del primo ministro italiano, in quel che sembra un tentativo estremo di mediare con una spiccia catarsi linguistica, tra il baciamano a Gheddafi e l’insistenza di Sarkozy.

“Abbiamo accettato di intervenire su obiettivi militari mirati escludendo vittime civili: una soluzione che abbiamo dovuto assumere, rispettando moltissimo la posizione degli alleati della Lega: ho sentito ieri Bossi, Maroni e Calderoli e siamo d’accordo che ci sentiremo anche oggi”. Parole del Silvio italiano che sottitolineano con decisione la garanzia che non ci saranno vittime civili nei nostri attacchi, il che pone dinanzi ad un dubbio lecito:

o gli altri paesi bombardano alla ceca,

o il nostro presidente si sta vantando di qualcosa che dovrebbe essere già normalmente garantito.

L’ennesima barzelletta Italiana in un conflitto nato già nell’imbarazzo (nostro), con l’Europa che ci vede come il coinquilino scomodo che ha la camera più vicina al bagno.

Matteo Morreale