E’ iniziata la caccia ai black bloc.

Stamane in tutta Italia, in seguito agli incidenti avvenuti a Roma, è iniziata una vasta e capillare operazione di polizia e carabinieri con perquisizioni e controlli negli ambienti degli anarco-insurrezionalisti e dell’estremismo più radicale. I cosiddetti black bloc avevano pianificato da settimane i disordini nella Capitale, scegliendo sulle cartine stradali le zone migliori per accendere la miccia degli scontri.

Secondo le prime analisi, i “guerriglieri” sono arrivati per lo più dalla Toscana, dall’ Emilia Romagna e dalla Val di Susa, ma ci sono molto probabilmente anche gli ultras della tifoseria napoletana. Prima di arrivare nella capitale, i gruppi di black bloc, avevano già messo a punto una vera e propria strategia paramilitare che consisteva in grandi linea nel mischiarsi al centro del corteo con un piccolo nucleo ben definito in attesa che il primo blocco di manifestanti pacifici arrivasse a San Giovanni per riempire la piazza. L’ampio spazio in cui si sarebbero poi trovati era appunto un luogo ideale per muoversi e che offriva diverse vie di fuga in caso di attacchi da parte delle forze dell’ordine. Inizialmente si erano mescolati e mimetizzati tra la folla indossando degli abiti da semplice manifestante e solo dopo si sono trasformati in black bloc con caschi, bandane, fionde, bastoni per colpire.
Il supporto logistico, molto probabilmente, è stato fornito dai centri sociali romani. Le perquisizioni avviate nell’ambito dell’operazione coordinata tra polizia e carabinieri, si sono concentrate dove è più forte la presenza di aree antagoniste e aggregazioni di anarco-insurrezionalisti, ad esempio a Torino, attorno al centro sociale Askatasuna e al movimento No Tav. Altre perquisizioni stanno avvenendo in quasi tutti i centri sociali, ritenuti complici dei fatti accaduti, presenti sul territorio nazionale. A Firenze ci sono stati sequestri di materiale di vario tipo, fra cui maschere antigas e passamontagna: le persone che sono state oggetto di accertamenti sono una ventina, per lo più di area anarchica. Sei persone sono state fermate all’altezza del area di servizio Chianti, mentre viaggivano su un pullmino di ritorno dalla Capitale.
A Palermo la portavoce del centro sociale ‘Vittorio Arrigoni’ ha comunicato che a Palermo sono state eseguite diverse perquisizioni “che hanno avuto esito negativo. A differenza di quanto annunciato dal sottosegretario all’interno Mantovano sono delle perquisizioni per quanto riguarda Palermo che colpiscono nel mucchio alcuni attivisti soltanto perché militanti dei centri sociali che hanno partecipato alla manifestazione di Roma”. Perciò gli appartenti al centro Arrigoni hanno denunciato la natura intimidatoria dei controlli tramite un comunicato in cui dicono che : “un pericoloso precedente in questa città dove non si erano mai viste operazioni di questo tipo per manifestazioni politiche. Vogliamo denunciare questo atteggiamento intimidatorio che cerca di colpire nel mucchio e criminalizzare i centri sociali per i fatti del 15 ottobre”.

Un black bloc 30enne intervistato da Repubblica ha raccontato che “Il movimento sa benissimo chi siamo sapeva quello che intendevamo fare. Così come lo sapevano gli sbirri. Abbiamo fatto un ‘master’ in Grecia. Per un anno, una volta al mese, siamo partiti in traghetto da Brindisi. I compagni ateniesi ci hanno fatto capire che la guerriglia urbana è un’arte, nella quale vince l’organizzazione. Un anno fa avevamo solo una gran voglia di sfasciare tutto. Ora sappiamo come sfasciare. A Roma abbiamo vinto perché avevamo un’organizzazione. Eravamo divisi in due falangi. I primi 500 avevano il compito di devastare via Cavour. Altri 300 li proteggevano alle spalle e quando gli agenti ci hanno attaccato in via Labicana, anche la falange dei 300 ha preso a combattere. La sera prima, i blocchi neri avevano lasciato un furgone Ducato bianco all’altezza degli archi, che portano a via Sannio. Dentro c’erano le armi per vincere. Dal G8 di Genova in poi, le forze dell’ordine si muovono sempre più lentamente. I loro blindati sono bersagli straordinari. Prenderli ai fianchi è uno scherzo. Squarci due ruote, infili un fumogeno o una bomba carta vicino al serbatoio ed è fatta”.

Il sottosegretario del ministero dell’Interno Alfredo Mantovano, in un’intervista al Messaggero, ha dichiarato che “ Si tagli ovunque, ma non sulla sicurezza, se si è consapevoli della gravità di questo momento. E del fatto che questa manifestazione non sarà l’ultima strumentalizzata dai teppisti. A differenza dei mafiosi, gli anarco-insurrezionalisti dicono quello che vogliono fare. Per la manifestazione di Roma, avevano annunciato disordini gravi, puntualmente avvenuti. Allo stesso modo hanno promesso altri disordini sulle piazze italiane. Tutti devono fare la propria parte. Se il 14 dicembre un po’ di bravi ragazzi vengono arrestati mentre sfasciano vetrine e incendiano macchine e dopo qualche ora trascorsa in carcere vengono rilasciati con l’aureola di martiri, c’é una falla nel sistema. Non chiedo leggi speciali né sentenze esemplari. Chiedo solo un po’ di serietà.