Legge elettorale, la corte costituzionale boccia il referendum sul porcellum

I referendari, che avevano raccolto 1,2 milioni di firme, oggi hanno incassato il doppio “no” della Consulta ai due quesiti che chiedevano l’abolizione dell’attuale legge elettorale, quella che lo stesso ideatore (l’ex ministro Roberto Calderoli) definì «una porcata», il cosiddetto “porcellum”.

I due quesiti presentati dal comitato referendario chiedevano di abolirla in toto o per parti, e tale abrogazione avrebbe dovuto portare automaticamente al ritorno del “mattarellum”, sistema che assegna il 25% dei seggi col proporzionale.

 «La Corte costituzionale, in data 12 gennaio 2012, ha dichiarato inammissibili le due richieste di referendum abrogativo riguardanti la legge 21 dicembre 2005, n. 270 (Modifiche alle norme per l’elezione della camera dei deputati e del Senato della Repubblica). La sentenza sarà depositata entro i termini di legge».

Il motivo della bocciatura risiede, secondo la consulta, nel problema del vuoto legislativo che si sarebbe venuto a creare in seguito all’abrogazione, visto che, successivamente all’approvazione del porcellum, è stato istituito il voto degli italiani all’estero con specifici collegi.

Entro il 10 febbraio la Consulta dovrà depositare le motivazioni e, probabilmente, come nel 2008, la Corte sottolineerà l’esigenza di correggere il Porcellum, rimandando quindi la questione al Parlamento.

 

Botta e risposta tra Antonio Di Pietro e il Quirinale.

Di pietro: “E’ uno scempio di democrazia, si rischia il regime”. “L’Italia – aggiunge – si sta avviando lentamente verso una rischiosa deriva antidemocratica: manca solo l’olio di ricino”. “Sì è voluto fare un favore al Capo dello Stato” ha detto ancora Di Pietro.

Dal Quirinale: «Insinuazione volgare e scorretta».

Vendola: “Provo un sentimento di immensa amarezza di fronte ad una sentenza che frustra la straripante domanda di cambiamento espressa da 1,2 milioni di firme: la legge Calderoli è un vero e proprio strappo alla civiltà democratica e una legge apertamente incostituzionale. Abbiamo un intero popolo che chiede di cambiarla. Il referendum è stato impedito, lo considero un fatto preoccupante: non è una bella giornata per la democrazia italiana”.

Casini: “Non cambia nulla” –  Una decisione “ineccepibile”, che è “ininfluente sull’iter della riforma elettorale”. “La Consulta va rispettata sempre. Per me non ci sono cambiamenti perché è evidente che il Parlamento dovrà fare una legge elettorale garantendo ai cittadini la possibilità di scegliere”. Il leader Udc replica anche ad Antonio Di Pietro per i toni usati nel  commentare la Corte e per la scelta di coinvolgere nelle sue critiche anche il Quirinale: “Di Pietro sbaglia, la gragnuola di insulti denota una concezione della democrazia molto particolare”.

Bersani: “Rispettiamo Corte, ma non siamo contenti”. “Il Pd ha già depositato la sua proposta di riforma e a partire da lì, naturalmente aperti al confronto, vogliamo discutere con tutte le forze politiche e il dialogo con la società”. “Certo è – aggiunge -che noi non possiamo tenerci questa legge perché in una situazione già molto grave, finiremmo per vedere accresciuto il distacco tra cittadini e istituzioni. Da domani siamo impegnatissimi per portare a termine il processo di riforma”.