Bossi contro Mameli: “Spero che i miei figli non lo cantino”

Umberto Bossi, questo incorregibile. Ma come bisogna fare? Ormai non sa più cosa inventarsi. Lui crede fermamente nelle sue convinzioni, che, giuste o sbagliate, andrebbero rispettate se solo le esponesse nei modi giusti.

Dopo aver minacciato di morte Mario Monti (“Monti rischia la vita. Il Nord lo farà fuori”, ndr.) nell’eventualità che il governo venisse prorogato oltre il 2013, l’Onorevole si scaglia contro l’inno di Mameli con una violenza inaudita. Nella fattispecie, il buon Umberto si riferisce al provvedimento avanzato dalla Commissione cultura di Montecitorio di diffondere e promuovere nelle scuole l’apprendimento delle parole e del senso patriottico dell’Inno e di tutti i suoi cenni storici”.

A margine del comizio organizzato nella città di Pazienza, il capo della Lega a riguardo fa sapere: “Spero che non lo cantino i miei figli“. Una risposta secca, bruciante, molto più che al vetriolo. Non lascia spazio all’immaginazione Bossi (peli sulla sua lingua nemmeno l’ombra). Per lui non esistono mezze misure.