I farmacisti dichiarano guerra

 

I farmaci appartenenti alla Fascia C sono tutti quei i rimedi per i quali è prevista la ricetta medica ma che non sono rimborsati dal Servizio Sanitario Nazionale. La norma, che è stata inserita all’interno della manovra economica, ne prevede la vendita sia nelle parafarmacie e sia in appositi reparti della grande distribuzione, ma comunque ben separati dall’area commerciale.

 I farmacisti non sono assolutamente d’accordo con la decisione di liberalizzare la vendita dei farmaci di Fascia C e perciò hanno deciso di dichiarare battaglia. E con loro si sta mobilatando anche il mondo della politica. Difatti, da un lato ci sono Pdl e Lega che stanno presentando decine di emendamenti e che sono in procinto di avviare un’interrogazione al Parlamento europeo, mentre dall’altro, da buon oppositore, c’è il Pd che ha preparato invece due emendamenti che favorirebbero ulteriormente la liberalizzazione.

Secondo fonti Ansa,  ci sarebbero le parafarmacie che si sono proclamate disgustate dai messaggi allarmanti diffusi dalle farmacie, e per questo hanno deciso e annunciato che presenteranno querele contro Fofi e Federfarma per “procurato allarme e falso ideologico”. L’accusa è  proprio quella di procurare paure immotivate che boicotterebbero l’approvazione della norma e che farebbero credere ai cittadini che ”con la liberalizzazione dei farmaci con ricetta vengano meno le garanzie di sicurezza per la salute dei cittadini”. Ma l’Associazione delle Parafarmacie ha subito smentito affermando che non ne avrebbero avuto motivo in quanto le regole previste per le farmacie, per quanto riguarda la conservazione, la tracciabilità e la farmacovigilanza, sono “uguali” a quelle delle parafarmacie.