Benzina, gioco al rialzo. 1,62 euro/litro record storico

Chiamalelo ladrocinio, chiamatelo salasso, chiamatelo ruberia, che qui la sostanza resta la stessa: il prezzo dei carburanti manderà sul lastrico gli automolibisti presto o tardi.

Questo week-end si registrerà la quarta impennata sui costi nel giro di pochissimi mesi: ormai il picco massimo sfiora gli 1,621 €/ lt (distributori Eni) per la verde, e gli 1,49 euro per il gasolio, la cui valutazione è salita di almeno 2,2 cent.

Il listino di Tamoil e Shell sembra invece essere più modico: la situazione riguardante la benzina si assesta rispettivamente intorno ai 1592 e 1590 ogni lt di carburante.

Checchè se ne dica, ci perdonerete se la cosa non ci rincuora affatto. L’aumento, senza freni nè vergogna, segna una gran brutta tegola per chiunque disponga di un veicolo a motore. In particolare, desta non poca preoccupazione il raggiungimento storico di un picco tanto alto. 1,60 € è una cifra sproporzionata per un solo litro di benzina, non voletecene. Nemmeno prima della crisi finanziaria s’era assistito ad un massacro tale.

Ci si chiede, inoltre, come mai tanto squilibrio nella corsa al rialzo rispetto ad eventuali cali legati alla flessione del prezzo del greggio. Per carità, le motivazioni del folle aumento ci sono: in Usa le scorte sono in calo, ci sarebbe poi il rincaro dei tassi voluto fortemente dalla Banca Centrale Europea, la perdita di posizione dell’euro sul dollaro e, ultimo, ma non ultimo, l’incremento dell’occupazione americana nel settore privato.

Ma tornano i conti? Bisogna correre ai ripari: pompe bianche docet. Qui tutti siam in attesa di tempi migliori, e intanto il portafogli piange sangue.