Bce,Stark: no acquisto titoli italiani e spagnoli, crollano mercati.Marcegalia: “Italia in pericolo”

Juergen Stark, membro tedesco del comitato esecutivo della Banca Central Europea e capoeconomista, si è dimesso. La notizia doveva essere diffusa alla chiusura dei mercati ma c’è stata l’indiscrezione di Reuters e istantaneamente sono crollati i mercati e l’euro.
La ragione delle dimissioni sarebbe il conflitto interno fra “falchi” (di cui Stark era il primo rappresentante) e “colombe” nel board della Bce sul ruolo e il peso dell’Istituto nelle operazioni di acquisto dei titoli di Stato dei Paesi in difficoltà.
Il ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schaeuble dichiara che il suo sostituto sarà una “persona che punterà alla stabilità” e che la Bce rimarrà indipendente.

Ieri Trichet, presidente uscente della Banca Centrale,  non voleva rilasciare commenti riguardo l’intenzione dell’Istituto di sostenere paesi come Italia e Spagna, costantemente alle prese con misure per la riduzione dei deficit e il riequilibrio dei bilanci. “E’ importante che le decisioni prese dai Paesi (sulle misure per ridurre il debito) siano pienamente e rapidamente implementate”. Trichet ha posto l’accento sull’importanza di una “riaffermazione dell’inflessibile determinazione dei singoli Paesi dell’area euro ad agire sul debito”.

Immediata la reazione delle Borse. Già in ribasso e accelerando, in questo modo, la loro discesa, chiudono la giornata all’insegna di un nuovo venerdì nero. Piazza Affari perde il 4,95% a 14.020 punti. Giù del 4,404% a 5.189 punti il Dax di Francoforte, del 3,6% a 2.974 punti il Cac 40 di Parigi e del 4,41% Madrid.
Londra cede il 2,35% a 5.214 punti. Anche Wall Street risente decisamente del crollo europeo con il Dow Jones che cede oltre il 2%.
Giù anche l’euro, tornato ai minimi di sei mesi fa a 1,3699 sul dollaro. L’effetto si è visto anche sull’andamento dello spread fra titoli italiani e tedeschi: il differenziale fra i Btp decennali e bund omologhi è tornato oltre la soglia dei 370 punti base, prima di riassestarsi sotto i 360.

Secondo la ricostruzione fatta oggi dal Frankfurter Allgemeine Zeitung riguardo le ragioni che hanno portato Stark alle dimissioni pare che, dopo che già ai primi di agosto vi era stato scontro interno quando la Bce aveva deciso di riprendere il programma sull’acquisto di titoli dell’Eurozona, lo stesso Stark aveva votato contro la decisione di riprendere gli acquisti di titoli di Italia e Spagna, paesi seriamente a rischio di crollare per le turbolenze del mercato. A votare no anche l’altro consigliere tedesco, il presidente della Bundesbank, Jens Weidmann, e altri due presidenti di banche centrali, presumibilmente del Nord Europa.

La decisione di Stark non risolve il problema della politica Bce sul sostegno ai debiti sovrani. I “falchi” credono che il programma di acquisti sia una scorciatoia per i furbi, cioè quei Paesi che non rispettano i parametri concordati a livello comunitario. Le “colombe”, invece,  considerano le conseguenze che il collo di un Paese potrebbe avere sulla stabilità dell’euro e sulla stessa Ue. Lo stesso Mario Draghi,  prossimo Presidente della Bce, aveva evidenziato la necessità che i singoli Paesi non facessero eccessivo affidamento sugli acquisti di bond da parte Bce. Dall’altro lato, invece, il governo italiano è proprio uno di quelli che ci contano.

E, alla Festa dell’Udc, il presidente di Confindustria  Emma Marcegaglia, ha detto: “Oggi il nostro paese è in pericolo. O i problemi li diciamo chiaramente o se li lasciamo fuori dal tavolo facciamo un danno al Paese”.